
Disturbi del puerperio
- Disturbi sessuali femminili
- da Sises
- 28 Settembre 2014
l periodo che segue il parto è stato definito “quarto trimestre di gravidanza” per sottolineare la sua delicata fase di transizione. Durante questo periodo possono infatti manifestarsi nella neo-mamma alcune reazioni disforiche di diversa intensità e natura: da un lato la disforia post-parto, dal decorso benigno, nota anche come maternity blues; dall’altro le psicosi puerperali, dall’evoluzione più complessa, con una sintomatologia depressiva più strutturata e con un quadro distimico e talvolta ciclotimico, ossia nettamente caratterizzato in senso maniaco-depressivo.
Il criterio principale per distinguere la disforia post-parto dalla depressione è, in prima istanza, la breve durata della prima, che si risolve per lo più entro i primi dieci giorni dal parto. La disforia post-parto non va certamente considerata una sindrome psichiatrica, ma non deve essere tuttavia sottovalutata, come invece talvolta avviene, o addirittura ritenuta trascurabile.
Nella Disforia post-parto il sintomo più frequente è il pianto, anche se questo non può costituire l’unico criterio per stabilire la presenza del maternity blues. Il pianto apparentemente ingiustificato, deve presentarsi associato ad irritabilità, stanchezza, tristezza con sentimenti di fallimento, autoaccuse, distacco dalle persone, eccessi di preoccupazione per il bambino, facile esauribilità attentiva, variabilità dell’umore, che in certi momenti può farsi improvvisamente euforico. Il quadro non ha un preciso giorno di insorgenza, anche se affiora quasi sempre nei primi dieci giorni dal parto.
Le condizioni di disforia in gravidanza e nel puerperio possono essere correlate a variazioni nel tasso di progesterone e, in particolare:
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a livelli di progesterone troppo elevati;
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ad una caduta troppo rapida del tasso di progesterone;
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ad un anomalo rapporto estrogeni/progesterone
Da un punto di vista psicologico, i fattori che possono generare una risposta disforica sono: i sensi di colpa connessi all’ostilità della madre verso il neonato, la difficoltà a gestire i nuovi vissuti emotivi connessi al cambiamento di ruolo, la mancata accettazione della gravidanza e la riattivazione di conflitti sopiti. Tuttavia, appare di maggior interesse la teoria che identifica nello stress dovuto alle forti risonanze emozionali del parto, amplificate dal contesto ambientale in cui la donna si trova inserita, l’innesco della risposta disfunzionale.