Per diventare Socio SISES occorre:
Inviare la richiesta di adesione allegando il proprio Curriculum vitae et studiorum e una lettera motivazionale.
Scaricare, compilare e spedire via mail il seguente modulo di informativa della privacy: Modulo Informativa per Soci e Privacy
Versare la quota associativa annuale di:
- 50 € per i singoli professionisti sessuologi
- 30 € per gli educatori e gli studenti
- 100 € invece per le Scuole di specializzazione, Enti Istituzionali, ecc…
Conto Corrente intestato a “Società Italiana di Sessuologia ed Educazione Sessuale”
presso Banca Popolare di Sondrio
Codice IBAN: IT78 N056 9654 4600 0000 4491 X62
I Soci SISES hanno la possibilità di poter partecipare a giornate seminariali gratuite e di poter ottenere uno sconto per i corsi formativi posti in essere dall’Associazione.
Diventare socio SISES, significa far parte di una Associazione Culturale e Scientifica assolutamente inedita nel panorama nazionale attuale, per quello che riguarda il tema della Sessualità e della Sessuologia.
Gli scopi che la SISES intende promuovere sono:
Lo sviluppo, la diffusione e l’applicazione dell’epistemologia e dell’etica costruttivista nei campi della sessuologia e dell’educazione sessuale.
Un nuovo ed inedito modello di intervento clinico e psicoterapeutico per le disfunzioni della sessualità.
Il dibattito culturale e scientifico tra orientamenti teorici, aree disciplinari e campi del sapere differenti che si riconoscano in una comune cornice epistemologica di tipo costruttivista.
L’interazione tra scienze psicologiche, scienze bio-mediche e scienze socio-educative e in generale arricchire le riflessioni interdisciplinari sulla sessualità. Ciò sia per colmare un gap informativo e formativo, sia per seguire, monitorare, comprendere lo sviluppo delle culture della sessualità.
In questi ultimi anni, è andato consolidandosi un orientamento critico interno alle discipline psicologiche le cui premesse hanno posto in seria discussione i modi usuali attraverso cui la scienza ha spiegato, trattato e affrontato il tema della sessualità e dell’erotismo. Tale orientamento critico è nato sia dal contributo teorico di psico-sociologi quali Lemert, Becker, Goffman, sia dal riferimento paradigmatico a tradizioni di pensiero come quelle del pragmatismo americano, dell‘interazionismo simbolico, dell’etnometodologia, del costruzionismo sociale, della psicologia narrativista e del costruttivismo, spesso elaborando nuove prassi conoscitive e d’intervento che hanno spostato radicalmente il focus dell’attenzione da ciò che accade “dentro gli individui” a ciò che succede “tra gli individui” nel corso della loro interazione quotidiana. Sessualità ed erotismo, infatti, configurandosi come modalità specifiche di interazione tra le persone, appartengono a quel genere di fenomeni la cui espressione è necessariamente vincolata a coordinate di tipo storico e sociale, tracimando peraltro da tutti i tentativi di riduzione della complessità a cui le categorie a-storiche e oggettivanti delle scienze naturali abitualmente mirano. La conseguenza più evidente di queste riflessioni è stata una destabilizzazione nelle modalità d’uso dei concetti di “normalità” e “patologia”, assunti in modo più o meno tacito all’interno delle teorie bio-socio-psicologiche e delle pratiche di intervento clinico (come ad esempio, la psichiatria psicodinamica, la psicoanalisi o la terapia comportamentale).
Questo nuovo movimento, definito variamente con i termini di “postmoderno” o “post-strutturalista”, o ancora “interattivo-costruttivista” (affermato soprattutto a Padova), infatti, non cerca più di spiegare o interpretare l’agire degli esseri umani partendo da un quadro concettuale fondato sulla distinzione tra comportamenti normali e patologici, ma tenta di comprendere come tale riferimento concettuale, tradotto nella pratica, abbia contribuito a costruire quanto diceva di voler spiegare, definire, curare e correggere. In questo senso, il modello interattivo-costruttivista ha innescato un vero e proprio salto di paradigma, sviluppando nuove aree di ricerca e di comprensione del comportamento sessuale, centrate sullo studio degli aspetti normativi e discorsivi che caratterizzano l’interazione umana. A questo è andata affiancandosi la definizione di un raffinato modello d’intervento impiegato in ambito terapeutico, sul cui asse si sono integrate le metodiche proprie della Terapia sistemica con quelle di derivazione più propriamente costruttivista e costruzionista (Ugazio,1998; Fruggeri, 1997). L’attenzione dello psicologo, in questo modello, non è più rivolta a cercare le spiegazioni del comportamento in ciò che accade all’interno delle persone, prendendo ad esempio in considerazione fattori come stimoli, atteggiamenti, moventi consci o inconsci, input psicologici, percezioni e rappresentazioni personali (Blumer, 1969). Il punto di osservazione viene invece spostato all’esterno, nel tentativo di comprendere un’azione o una condotta umana attraverso ciò che accade tra le persone, nel corso delle microinterazioni della vita quotidiana e dei processi di produzione di senso dislocati entro cornici situazionali, in cui solo la stabilità delle fisionomie e dei corpi crea l’illusione di un sistema chiuso (Salvini, 2002). In questo senso, l’ottica interattivo-costruttivista inquadra la questione da un’altra prospettiva, completamente diversa, e si interessa principalmente dei processi di significazione messi in atto dagli attori sociali che costruiscono quell’esperienza come “reale” e quindi come praticabile attraverso un processo di coordinazione reciproca (Gergen, 2006) e di interdipendenza. Parafrasando le parole di Mead (1943), per lo psicologo interattivo-costruttivista la mente non sta nella testa delle persone, ma tra le persone, tanto da costituirsi come un fatto sociale totale.