
L’Effeminatezza
- Orientamento sessuale
- da Sises
- 28 Settembre 2014
Un maschio gay può sviluppare caratteristiche femminili per varie ragioni. Secondo Isay (1996), ad esempio, può “imitare” la madre al fine di avere le attenzioni del padre, allo stesso modo di un maschio eterosessuale che, “imitando” il padre, sviluppa caratteristiche maschili per ricevere le attenzioni della madre.
I processi di aderenza allo stereotipo sono governati dalle regole dell’interazione sociale e favoriscono l’adeguarsi dell’individuo gay a ciò che gli altri si aspettano da lui. Indipendentemente da quanto un maschio gay possa apparire più o meno femminile, una cosa è certa: le norme sociali prescrivono che un uomo vada a letto con una donna, così come anche il contrario, cioè che una donna vada a letto con un uomo e quindi che essere attratti da un uomo sia una caratteristica femminile. In una società dove il femminile è subordinato al maschile, la femminilità del maschio può assumere vari significati: perdita di potere e di superiorità, incapacità, sconfitta, ecc.. In quest’ottica essere gay comporta l’essere inferiore, un inferiorità congenita e contro natura. Corbett (2001), in una sua ricerca, evidenzia come il maschio può avvertire che i privilegi a lui assegnati siano messi in pericolo dalle proprie caratteristiche femminili e per non correre il rischio di una perdita dei primi, preferisce disconoscere le seconde, anche a costo di mettere in atto delle condotte fobiche. Non è un caso infatti che nell’omosessualità il ruolo “passivo” sia stigmatizzato,condannato, disprezzato e conflittuale. L’effeminatezza è , paradossalmente, indesiderata persino nelle stesse comunità gay e spesso le persone “femminili” vengono addirittura emarginati.
Vari studi riportano che i soggetti gay effeminati, rispetto ai gay più maschili, hanno un’autostima più bassa, godono di minor benessere psicologico e sono più a rischio di depressione.
In più, il ragazzo effeminato sovente è vittima di bullismo: viene deriso, offeso, umiliato, emarginato e picchiato dai coetanei; conseguentemente l’immagine corporea assume le caratteristiche di un fisico imperfetto, troppo fragile per difendersi dagli attacchi, impacciato e goffo nei movimenti. Internalizzando il rifiuto, l’odio, il disprezzo, il ragazzo può isolarsi dagli altri, incrementando così risposte negative dei coetanei e sprofondando in una spirale di “de socializzazione” (Spivak, 1987).
Nel corso dello sviluppo, non trovandosi conforme alle aspettative degli altri circa il suo genere, il ragazzo omosessuale si ritrova immerso in un particolare fenomeno denominato gender stress, da cui lo smarrimento della gender confusion.